
Modena, 23 dicembre 2025 – Mentre la città si accende per le festività natalizie, una famiglia modenese sta vivendo una tragedia. Luciano Sbrozzi, cittadino di 89 anni che godeva della sua autonomia passeggiando con la moglie e il cane al limitare del centro storico, è l’ultima vittima di una strage che Modena sembra aver accettato come un inevitabile “prezzo del progresso”.
Il 2024 si era chiuso per Modena e la sua provincia con un primato tragico: il record regionale di pedoni uccisi. E anche nel 2025, le nostre strade hanno visto morire persone anziane e lavoratrici, persone che stavano semplicemente vivendo la città. Se Luciano fosse stato ucciso durante una rapina, la città sarebbe in rivolta. Ma poiché è stato travolto sulle strisce pedonali, l’opinione pubblica e la politica tendono a catalogarlo come un tragico incidente. Non è così. Morire per una passeggiata non è accettabile.
Non dimentichiamo il dolore dello scorso luglio, quando la città ha dato l’addio a Lanfranco Bergamini, 78 anni, spentosi il 31 luglio dopo una agonia iniziata il 25 luglio, quando fu investito in via Morane anche in quel caso sulle strisce pedonali. Due persone che hanno trovato la morte nell’atto più naturale e civile possibile: camminare nella propria città.
Noi associazioni della rete Modena 30, puntiamo il dito contro l’inerzia strutturale. È difficile trattenere la rabbia di fronte a tragedie che possono e devono essere evitate. La responsabilità non è solo dei singoli conducenti, ma di una politica urbana che non investe abbastanza per mettere in sicurezza gli attraversamenti pedonali (ad esempio rialzandoli e con la giusta pendenza!), che non interviene con decisione sulla viabilità scolastica e che troppo spesso affida la sicurezza a semplici cartelli stradali, troppo spesso ignorati.
Chiediamo un cambio di paradigma immediato. Non bastano più parole di circostanza o condoglianze, servono i fatti:
- Moderazione della velocità: la chiave per ridurre i rischi e il numero di scontri stradali e per permettere la condivisione delle strade (come da art 1 del CdS).
- Ridisegno delle strade: ad esempio introducendo attraversamenti pedonali rialzati, e con la giusta pendenza; la carreggiata deve essere ridotta spezzando i rettilinei lunghi per scoraggiare l’alta velocità e per dare più spazio ad altre forme di mobilità per favorire chi si sposta a piedi, in bici o con il TPL.
- Controllo e sanzioni: maggiore presidio per far rispettare le norme del Codice della Strada.
- Educazione alla responsabilità: campagne che chiariscano che chi guida un mezzo potente e pesante ha una responsabilità maggiore verso gli utenti vulnerabili.
Vogliamo ricordare al Sindaco Massimo Mezzetti quanto scritto a pagina 18 del suo programma elettorale: la promessa di attuare i principi della Slow City, con il limite dei 30 km/h come indicazione generale, interventi urbanistici nelle aree sensibili, programma di educazione, e controlli serrati con la Polizia Locale.
È passato tempo prezioso dalle promesse elettorali. Nel frattempo, le persone continuano a venire ammazzate sulle nostre strade. Il modello esiste ed è a pochi chilometri da noi: Bologna Città 30 ha dimostrato in un solo anno che è possibile azzerare il numero di pedoni morti. Se una grande città come Bologna può farlo, perché Modena resta ferma a guardare i propri cittadini morire?
O l’Amministrazione stanzia risorse vere e consistenti per il ridisegno delle strade, gli attraversamenti rialzati e la moderazione della velocità, l’educazione e i controlli, oppure quelle a pagina 18 rimarranno parole vuote, prive di reale convinzione politica.
Comunicato ripreso da:
1) TVqui – 23 Dicembre 2025 – con intervista
2) TRC – 26 Dicembre 2025 – con intervista
3) Il Resto del Carlino, Modena - 27 Dicembre 2025 - con intervista
